HR INNOVATION
IMPORTANZA DELLA VALORIZZAZIONE DEL CAPITALE UMANO
GESTIONE STRATEGICA DELLE RISORSE UMANE
Un approccio integrato
Lo HRM può essere comunemente inteso come “la gestione e utilizzo degli sforzi, delle conoscenze, delle capacità e dei comportamenti che le persone apportano all’organizzazione come parte dello scambio lavorativo. Obiettivo del Management aziendale è quello di utilizzare le attività di HRM per supportare la strategia competitiva dell’impresa, da ciò nasce lo Strategic Human Resource Management (SHMR)” che per ANW parte dalla cura del personale e degli stakeholder facenti parte l’ecosistema aziendale.
In ANW crediamo in un processo di partnership con il management aziendale e delle Risorse Umane mirato alla generatività, soddisfazione e ricchezza di senso di vita: siamo tutti cercatori di senso più che massimizzatori di utilità.

THE HUMAN FACTOR
A NEW WAY OF WORKING
Crediamo in un nuovo modo di lavorare per imprimere alle PMI un’impronta data-driven e focalizzare gli sforzi di ciascun dipendente e del management verso una direzione comune; trasformare un’azienda richiede la collaborazione di tutti, a partire dall’imprenditore: perché non c’è cambiamento realizzabile che non sia voluto fortemente da chi è alla guida dell’organizzazione.
Per essere competitivi è necessario cambiare le modalità di gestione del personale: prima di mettere al centro le persone, bisogna mettere l’HR al centro del fare impresa (l’HR come game changer). Facciamo leva sul design organizzativo per costruire una matrice in cui le competenze possano guidare i processi ed i leader facilitare i flussi.
Essere ottimisti sulle persone, vuol dire costruire relazioni di fiducia, assumendo che tutti in azienda sono incentivati a dare il massimo, secondo le proprie potenzialità, per se stessi, per i propri colleghi e per tutti gli stakeholder aziendali.
In ANW crediamo semplicemente nell’importanza del “Capitale umano” e nella sua coerente valorizzazione.
Servizi
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Servizi di supporto all'Apprendimento e sviluppo del personale
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Sono servizi tesi a sviluppare la capacità di definire un piano formativo e di crescita individuale per gli appartenenti all’organizzazione che faciliti il Change Management, affiché il cambiamento sia una competenza da diffondere in modo verticale. Il primo passo per riuscire nell’obiettivo è creare una cultura aziendale che veda nella formazione e apprendimento continui le basi su cui costruire un progetto efficace.
Servizi di supporto al Self Energy Management
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Sono servizi tesi a sviluppare la capacità di coltivare le proprie energie e allenare la propria felicità come competenza attraverso la definizione di un proprio piano di azione orientato al benessere per poter ispirare ed essere un esempio coerente all’interno dell’organizzazione di appartenenza.
Servizi di supporto alla Positive Leadership Management
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Sono servizi tesi a sviluppare la capacità di definire, promuovere ed implementare un piano di sviluppo della Leadership Positiva diffusa a tutti i livelli dell’organizzazione.
Servizi di supporto alla Corporate Social Responsability
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Sono servizi tesi a sviluppare la capacità da parte dell’organizzazione di integrare su base volontaria delle azioni ad impatto sociale, economico e ambientale positivo facenti parte di un più ampio disegno strategico aziendale sulla sostenibilità.
Servizi di supporto all'Evolutionary Cultural Change
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Sono servizi tesi a sviluppare la capacità di definire una visione più grande dell’organizzazione, di tipo eco-sistemico e di implementare modelli di comportamento congruenti.
In anni recenti, lo sviluppo dello Human Resource Management è stato influenzato principalmente da approcci teoretici come l’Hight Performance Management (processi finalizzati al miglioramento delle prestazioni organizzative); l’Hight Commitment Management (processi volti a migliorare l’impegno reciproco all’interno dell’organizzazione); l’Hight Involvement Management (processi che ricercano la partnership effettiva con i dipendenti, ovvero la collaborazione al di là del ruolo svolto in azienda); l’Integration Approach…
Armstrong individua cinque principali obiettivi dell’HRM, ovvero:
- supportare l’organizzazione nel raggiungimento dei suoi obiettivi sviluppando e implementando strategie per la gestione delle risorse umane integrate con la strategia aziendale complessiva;
- contribuire allo sviluppo di una cultura aziendale volta all’ottenimento di alte prestazioni;
- assicurarsi che l’organizzazione disponga di persone talentuose, qualificate e con forte senso di appartenenza necessarie per conseguire gli obiettivi aziendali;
- creare un ambiente di lavoro e un clima di reciproca fiducia tra dipendenti e management;
Incoraggiare l’adozione di un approccio etico alla gestione delle persone.
Servizi di supporto alla Positive Organizational Management
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Sono servizi tesi a sviluppare la capacità di intercettare i principali modelli culturali dell’organizzazione e scegliere quali incentivare e quali disattivare.
Servizi di supporto al Positive Future Planning
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Sono servizi tesi a sviluppare la capacità di comprendere il nesso tra i principali trend e scenari futuri, gli impatti sul benessere delle persone e le politiche di gestione e sviluppo di un’organizzazione positiva.
Servizi di supporto alla Organizational Redesign
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Sono servizi tesi a sviluppare la capacità di promuovere il cambiamento organizzativo (change management), ovvero l’insieme delle attività pianificate volte alla gestione del cambiamento aziendale ed il suo impatto sulle abitudini delle persone appartenenti all’ecosistema dell’organizzazione stessa.
Servizi di supporto alla Cultural Transformation
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Sono servizi tesi a sviluppare la capacità dell’azienda che cura il benessere dei propri stakeholder di avvalersi di un nuovo modello di pensiero che sfida le assunzioni convenzionali e riflette le principali scoperte scientifiche basate sul “come funzionano le persone” e come si relazionano tra loro; in virtù di tali principi è possibile creare ambienti positivi rendendoli la norma e non l’eccezione.
Servizi di supporto alla Happiness at Work Strategy
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Sono servizi tesi a sviluppare la capacità di definire un piano strategico per innestare la scienza della felicità nella cultura e nei processi organizzativi in grado di produrre risultati misurabili e positivi sul bottom line.

Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile
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L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità.
Sottoscritta il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite, e approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU, l’Agenda è costituita da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – inquadrati all’interno di un programma d’azione più vasto costituito da 169 target o traguardi, ad essi associati, da raggiungere in ambito ambientale, economico, sociale e istituzionale entro il 2030.
Questo programma non risolve tutti i problemi ma rappresenta una buona base comune da cui partire per costruire un mondo diverso e dare a tutti la possibilità di vivere in un mondo sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale, economico.
Una sfida globale
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Gli obiettivi fissati per lo sviluppo sostenibile hanno una validità globale, riguardano e coinvolgono tutti i Paesi e le componenti della società, dalle imprese private al settore pubblico, dalla società civile agli operatori dell’informazione e cultura.
I 17 Goals fanno riferimento ad un insieme di questioni importanti per lo sviluppo che prendono in considerazione in maniera equilibrata le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile – economica, sociale ed ecologica – e mirano a porre fine alla povertà, a lottare contro l‘ineguaglianza, ad affrontare i cambiamenti climatici, a costruire società pacifiche che rispettino i diritti umani.
La sostenibilità non è una questione puramente ambientale. A quattro anni dalla sottoscrizione dell’Agenda 2030 vi è sempre più consapevolezza nella società civile, nel mondo delle imprese, nel Governo nazionale, nelle Amministrazioni e nell’opinione pubblica, riguardo la necessità di adottare un approccio integrato e misure concrete per affrontare un importante cambio di paradigma socio-economico, le numerose e complesse sfide ambientali e istituzionali.
L’attuazione dell’Agenda 2030 richiede, infatti, un forte coinvolgimento di tutte le componenti della società, dalle imprese private al settore pubblico, dalla società civile agli operatori dell’informazione e cultura.
Goal 9: Imprese, innovazione e infrastrutture
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9.1 Sviluppare infrastrutture di qualità, affidabili, sostenibili e resilienti, comprese le infrastrutture regionali e transfrontaliere, per sostenere lo sviluppo economico e il benessere umano, con particolare attenzione alla possibilità di accesso equo per tutti.
9.2 Promuovere l’industrializzazione inclusiva e sostenibile e, entro il 2030, aumentare in modo significativo la quota del settore di occupazione e il prodotto interno lordo, in linea con la situazione nazionale, e raddoppiare la sua quota nei paesi meno sviluppati.
9.3 Aumentare l’accesso dei piccoli industriali e di altre imprese, in particolare nei paesi in via di sviluppo, ai servizi finanziari, compreso il credito a prezzi accessibili, e la loro integrazione nelle catene e nei mercati di valore.
9.4 Entro il 2030, aggiornare le infrastrutture e ammodernare le industrie per renderle sostenibili, con maggiore efficienza delle risorse da utilizzare e una maggiore adozione di tecnologie pulite e rispettose dell’ambiente e dei processi industriali, in modo che tutti i paesi intraprendano azioni in accordo con le loro rispettive capacità.
9.5 Potenziare la ricerca scientifica, promuovere le capacità tecnologiche dei settori industriali in tutti i paesi, in particolare nei paesi in via di sviluppo, anche incoraggiando, entro il 2030, l’innovazione e aumentando in modo sostanziale il numero dei lavoratori dei settori ricerca e sviluppo ogni milione di persone e la spesa pubblica e privata per ricerca e sviluppo.
9.a Facilitare lo sviluppo sostenibile e resiliente delle infrastrutture nei paesi in via di sviluppo attraverso un maggiore sostegno finanziario, tecnologico e tecnico ai paesi africani, ai paesi meno sviluppati, ai paesi in via di sviluppo senza sbocco sul mare e ai piccoli Stati insulari in via di sviluppo.
9.b Sostenere lo sviluppo della tecnologia domestica, la ricerca e l’innovazione nei paesi in via di sviluppo, anche assicurando un ambiente politico favorevole, tra le altre cose, alla diversificazione industriale e a conferire valore aggiunto alle materie prime.
9.c Aumentare significativamente l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione e sforzarsi di fornire un accesso universale e a basso costo a Internet nei paesi meno sviluppati entro il 2020.
IL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA – MISSIONE 1
Il PNRR è lo strumento nazionale che serve ad attuare il programma Next Generation EU (NGEU) dell’Unione Europea. Il NGEU è un fondo che intende sostenere il rilancio economico degli Stati della Comunità Europea a seguito della pandemia da Covid-19. Comprende due strumenti di sostegno agli Stati membri:
Il REACT-EU (Recovery Assistance for Cohesion and the Territories of Europe), che vale 47,5 miliardi ed è stato concepito in un’ottica di più breve termine (2021-2022) per aiutare nella fase iniziale di rilancio delle economie.
Il Recovery and Resilience Facility (RRF), che ha invece una durata di sei anni, (dal 2021 al 2026) e la sua dimensione totale è pari a 672,5 miliardi di euro, di cui 312,5 miliardi di sovvenzioni e 360 miliardi prestiti a tassi agevolati.
Il NGEU intende promuovere una robusta ripresa dell’economia europea all’insegna della transizione ecologica, della digitalizzazione, della competitività, della formazione e dell’inclusione sociale, territoriale e di genere. È all’interno del Regolamento RRF che troviamo le sei grandi aree di intervento che rappresentano i pilastri sui quali i PNRR si focalizza:
Transizione verde
Trasformazione digitale
Crescita intelligente, sostenibile e inclusiva
Coesione sociale e territoriale
Salute e resilienza economica, sociale e istituzionale
Politiche per le nuove generazioni, l’infanzia e i giovani.
All’Italia spetteranno € 13,5 miliardi dal React-EU, € 191,5 miliardi dal RRF, divisi in 68,9 miliardi di euro per le sovvenzioni e 122,6 miliardi di euro per i prestiti. A questi si aggiungono le risorse rese disponibili dal REACT-EU che, come previsto dalla normativa UE, vengono spese negli anni 2021-2023, nonché quelle derivanti dalla programmazione nazionale aggiuntiva:
30,6 miliardi dal Fondo complementare nazionale, finanziato attraverso lo scostamento pluriennale di bilancio approvato nel Consiglio dei Ministri del 15 aprile 2021.
13 miliardi di euro provenienti dal React EU.
Focus e raggio d’azione di ANW in questo contesto è rappresentato dal punto M1C2 – DIGITALIZZAZIONE, INNOVAZIONE E COMPETITIVITA’ NEL SISTEMA PRODUTTIVO della MISSIONE 1: Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo.
Questa missione ha come obiettivo principale quello di sostenere la transizione digitale del Paese, attraverso la modernizzazione della pubblica amministrazione, delle infrastrutture di comunicazione e del sistema produttivo.
Tra gli obiettivi individuati dalla missione vi sono: garantire la copertura di tutto il territorio con reti a banda ultra-larga, migliorare i livelli di competitività delle filiere industriali e favorire l’internazionalizzazione delle imprese.
La Missione 1 segue tre linee d’azione:
1) Digitalizzazione, innovazione e sicurezza nella Pubblica Amministrazione;
2) Digitalizzazione, innovazione e capacità di comunicazione del sistema produttivo;
3) Turismo e cultura 4.0
La digitalizzazione è una tematica centrale del PNRR ed è presente in tutte le Missioni, oltre ad essere fondamentale per il continuo e necessario aggiornamento tecnologico nei processi produttivi. Sono molteplici dunque le opportunità da cogliere per PMI e startup. Di seguito analizziamo nel dettaglio le più interessanti.
M1C2 – DIGITALIZZAZIONE, INNOVAZIONE E COMPETITIVITA’ NEL SISTEMA PRODUTTIVO
Per la prima Missione sono previsti complessivamente ben 40,32 miliardi di euro, ripartiti a cascata nelle 3 linee d’azione già menzionate:
1) 9,75 mld di euro andranno alla “Digitalizzazione innovazione e sicurezza nella Pubblica Amministrazione”;
2) 23,89 mld di euro saranno destinati alla “Digitalizzazione, innovazione e capacità di comunicazione del sistema produttivo”;
3) 6,68 mld di euro spetteranno a “Turismo e Cultura 4.0”.
Scopo precipuo del punto M1C2 è dunque quello di sostenere la transizione digitale e l’innovazione del sistema produttivo attraverso incentivi agli investimenti nelle tecnologie all’avanguardia e 4.0, nella ricerca, nello sviluppo e nell’innovazione; realizzare investimenti per le connessioni ultraveloci in fibra ottica 5G; promuovere lo sviluppo delle filiere di produzione, in particolare di quelle innovative, nonché delle produzioni Made in Italy e aumentare la competitività delle imprese italiane sui mercati internazionali, utilizzando anche strumenti finanziari innovativi.
Ma in cosa consiste il piano Transizione 4.0? Si tratta di un riconoscimento di tre tipologie di crediti d’imposta alle imprese che investono in:
beni strumentali;
ricerca, sviluppo e innovazione;
attività di formazione alla digitalizzazione e di sviluppo delle relative competenze.
Un’ottima opportunità da sfruttare per le PMI che vogliono investire nel proprio business.
Ma non è tutto: le piccole e medie imprese potranno sostenere l’internazionalizzazione dei loro business grazie a un rifinanziamento del Fondo gestito da SIMEST, che eroga contributi e prestiti agevolati a imprese italiane operanti sui mercati esteri. Quali spese saranno agevolabili? Eccone alcune; studi di fattibilità, partecipazioni a fiere internazionali, servizi di consulenza da parte di personale specializzato sui temi legati all’internazionalizzazione ed al commercio digitale.

Colmiamo il Gap
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