Il PNRR – il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – rappresenta la più grande occasione che abbiamo per rilanciare il nostro Paese, per fare un salto quantico nello sviluppo della nostra società, delle nostre aziende ed organizzazioni. Gli ambiti di intervento del PNRR sono caratterizzati da 6 missioni, che si articolano a loro volta in varie componenti specifiche; per semplificare, i pilastri principali sono tre: la trasformazione digitale, la transizione ecologica e l’inclusione sociale. Ma accedere ai fondi europei e nazionali non è facile, né scontato. Richiede un approccio progettuale serio e strutturato.

Esistono diverse metodologie di progettazione a cui possiamo ricorrere per concretizzare le nostre aspettative di business in progetti finanziabili dalle istituzioni, le più avanzate come il Design Thinking partono da un concetto di integrazione tra risorse e necessità delle persone. Progettualità e capacità di progettazione richiedono dunque competenze specifiche ed un mindset che non si improvvisano. Ma soprattutto richiedono un “disegno” di tipo trasformativo ed un “purpose” forte e nobile, condivisibile e condiviso all’interno e all’esterno dell’organizzazione, capace di coinvolgere tutti gli stakeholder di riferimento.

La Transformation by design diviene così veicolo e strumento di innovazione e di raggiungimento di obiettivi insiti nella strategia del PNRR. È un nuovo scenario ed insieme un cambio di paradigma. Usando una metafora semplice, possiamo paragonare il PNRR ad un grande serbatoio di energia, a cui attingere per raggiungere le mete prefissate; senza una cognizione precisa di dove vogliamo andare, di cosa vogliamo raggiungere, quell’energia non ci serve o risulta sprecata o non sufficiente (ed il serbatoio è perfettamente inutile, ma questo è un discorso che ci porta troppo lontano). L’innovazione si sposta così necessariamente fuori dalla comunità degli innovatori professionisti. Indipendentemente dal ruolo sociale e lavorativo, piuttosto che dalla funzione di appartenenza, tutti hanno la possibilità ed il dovere di innovare.

In primo luogo, la digitalizzazione è un motore pervasivo dell’innovazione: offre opportunità di innovare non solo prodotti e servizi, ma di modificare in modo radicale organizzazioni ed ecosistemi. È fondamentale tornare a padroneggiare i contenuti ed acquisire le esperienze metodologiche propedeutiche ad implementare visione e modelli di business. Titolari, manager e professionisti devono apprendere cosa significhi innovazione e devono supportare ed essere supportati nel promuovere il cambiamento pur senza perdere di vista la gestione quotidiana del lavoro. Gli approcci tradizionali della gestione del cambiamento non funzionano più: la trasformazione by design è la nuova frontiera della leadership. Promuovere la co-creazione di valore moltiplica le aspettative di crescita e guida le nostre azioni verso risultati tangibili, in linea con quanto richiede il mercato e la società oggi.

In secondo luogo, l’innovazione sostenibile è una delle armi più potenti a disposizione delle organizzazioni in cerca di futuro. Le tecnologie abilitanti sono capaci di ottimizzare e razionalizzare la produttività e allo stesso tempo di rendere l’Industry 4.0 la protagonista indiscussa della transizione digitale ed ecologica. Ogni azienda, indipendentemente dal settore di appartenenza, deve rivedere i propri modelli di organizzazione ed efficienza per aumentare la propria resilienza, diminuire i costi e misurare il proprio impatto in termini sociali ed ambientali. È finita l’epoca della massimizzazione dei profitti.

In terzo luogo, la trasformazione culturale delle imprese è una conditio sine qua non per valorizzare e trattenere il capitale umano al proprio interno e rispondere proattivamente alle richieste dei consumatori, in specie i più giovani, che sempre più spostano le loro dinamiche di acquisto in funzione dei propri sistemi valoriali. I brand che non sono allineati o non hanno sviluppato adeguate capacità relazionali con i clienti, avranno crescenti problemi di affermazione e di posizionamento. Senza adeguate politiche di trasparenza e di un codice etico perseguito con coerenza non vi sono le condizioni per crescere e svilupparsi in modo sano nel medio-lungo periodo.

L’innovazione solleva molte sfide relativamente all’obiettivo di delineare un’azienda cognitiva, alle capacità, il contesto, la cultura e in definitiva il coinvolgimento di tutti gli operatori. E soprattutto come l’innovazione può incidere sul conto economico, nel senso di come tutto questo può tradursi in un vantaggio competitivo chiaro e comprensibile. Partendo da un’operazione: mettere la sostenibilità al centro dell’innovazione.

Secondo Kramer e Porter, in un articolo pubblicato dalla Harvard Business Review nel 2011, la sostenibilità deriva da un processo di evoluzione interno, che ridisegna la missione e la strategia dell’azienda. Appare sempre più fondamentale per le PMI focalizzare l’attenzione sul rapporto tra obiettivi di sostenibilità e obiettivi di competitività aziendale. Si tratta, infatti, di due dimensioni e due prospettive che non solo stanno convergendo, ma che generano valore nel momento in cui assumono la forma di una vera e propria integrazione. Tanto che, affrontare i temi legati alla sostenibilità non può essere concepito solo come un mero adempimento, ma come un vero e proprio fattore abilitante per il business.

Tra i driver della trasformazione sostenibile il digitale svolge un ruolo fondamentale, perché:

  • le sfide della sostenibilità implicano uno sforzo di valutazione che dipende direttamente dalla capacità di disporre di dati adeguati e il digitale permette di raccogliere e categorizzare una enorme massa di dati anche al di fuori del ciclo di bilancio; in questa prospettiva occorre considerare che rispetto alla valutazione tradizionale delle imprese, che fa riferimento fondamentalmente al patrimonio e al ciclo attivo e passivo, si devono considerare tantissime altre fonti di informazioni, perché tutto ciò che è intangibile deve diventare dato, deve essere parametrizzato e deve poter essere comparato con KPI di riferimento. Il digitale è la leva che permette di gestire questa massa enorme di informazioni e di ricondurla a parametri di riferimento (è proprio questa la vera sfida che si affronta con il paradigma che fa capo all’acronimo Environmental, Social e Governance: riuscire a misurare l’impatto di tutto ciò che è immateriale e intangibile in termini di creazione di valore per le imprese).
  • il rapporto tra digitale e sostenibilità è in continua evoluzione, si passa da soluzioni basate su interventi “correttivi” che riducono l’impatto ambientale o che aumentano il coinvolgimento e la collaborazione con dipendenti e partner a un ripensamento di prodotti, processi, modelli organizzativi in modo da portare il cambiamento legato alla trasformazione digitale “nativamente” nelle logiche di business dell’azienda.

In altri termini, non ci può più essere una reale competitività che non sia veramente e concretamente sostenibile. E la naturale ramificazione della sostenibilità va a toccare i tanti aspetti che determinano il valore delle imprese a livello di innovazione di prodotto, innovazione di processo con cui si creano nuove forme di efficienza e nuovi benefici, miglioramento delle relazioni con tutti gli stakeholder, ma anche con l’ambiente e con i territori, andando a migliorare la reputazione e la legittimazione con gli attori del mercato.

L’attuale letteratura in merito sottolinea il rapporto diretto tra sostenibilità e resilienza in uno scenario in cui le imprese impegnate in percorsi di innovazione sostenibile mostrano performance finanziarie meno volatili nel tempo, a parità di rendimento medio. Una dinamica che ha trovato conferme anche durante la crisi pandemica e che permette di evidenziare come le aziende sostenibili siano imprese che sanno affrontare meglio i rischi e mostrano una maggiore capacità di gestione della catena di fornitura a garanzia di una migliore business continuity.

L’innovazione digitale consente alle PMI di raggiungere obiettivi di sostenibilità almeno su 2 livelli:

  • Sul piano della Governance con la misurazione e il monitoraggio delle performance ESG a supporto delle decisioni e l’utilizzo di tecnologie abilitanti come le soluzioni per la tracciabilità, la sicurezza e la compliance.
  • Nell’ambito dei Processi con le logiche dell’Industria 4.0 per la riduzione delle inefficienze, con nuovi digital workflow management, hibrid cloud per la dematerializzazione e soluzioni high tech di supply chain management, people management e digital collaboration.

In particolare:

  • Il Covid-19 ha affermato la necessità della Trasformazione digitale, che risulta essere avvertita ad ogni livello delle imprese italiane.
  • Sempre più lavoratori e manager vogliono sentirsi apprezzati e ambiscono ad un ambiente di lavoro agile e flessibile. In un mercato ristretto, i migliori talenti premieranno le organizzazioni che dimostrano di mettere i dipendenti al primo posto.
  • La pandemia ha influenzato il 93% delle opinioni dei consumatori globali: i consumatori credono sempre più nella sostenibilità. Ciò significa che le aziende devono avere la capacità di intercettare e soddisfare i nuovi trend di consumo.
  • Tutte le aziende, e a maggior ragione le PMI, necessitano di soluzioni avanzate di cloud per consentire il lavoro remoto, integrare le catene di approvvigionamento e semplificare le esperienze dei clienti.
  • È sempre più determinante, anche per le PMI, comprendere e affrontare le nuove minacce alla sicurezza informatica, sia in termini di Data Protection, che in un’ottica by design e di valutazione del rischio, con approfondimenti in tema di monitoraggio e controllo delle attività interne e dei fornitori.
  • Le PMI capaci di integrare le loro strategie di sicurezza e di cloud superano di oltre 2 volte, sia in termini di crescita dei ricavi che di redditività, le altre organizzazioni.

I cambiamenti socioculturali cambiano le esigenze delle persone e le tecnologie sono sviluppate per rispondere a questa domanda. Ma devono farlo in modo coerente con i valori, gli obiettivi e le strategie delle organizzazioni. E questo non può che tradursi in cambiamenti di struttura, modelli e processi di gestione. Servono competenze che permettano a tutti, dall’imprenditore al manager, al professionista, al lavoratore, ciascuno nel proprio ruolo, di governare la complessità di queste sfide per portare il cambiamento e l’innovazione nella cultura e nella strategia dell’organizzazione.

Per questi motivi ANW ha messo a punto un modello, denominato DMCC, che prevede degli interventi mirati in azienda per sviluppare attività di Team working, mettendo le persone al centro e rivedendo insieme a loro processi, attività e competenze: in modo da disegnare con loro la rete di interdipendenze delle loro attività, sottolineando le dinamiche di gruppo, identificando gli obiettivi comuni e riflettendo sugli stili comunicativi utilizzati. Insieme al responsabile di Funzione o di impresa, contemporaneamente, viene avviata una riflessione sul modello di leadership utilizzato, sull’utilizzo della delega, sulle leve motivazionali azionate, sul ruolo informale ricoperto (trainer, capo, ecc.). Durante l’attività si analizzerà anche la struttura organizzativa in essere e la cultura aziendale in modo da valutare insieme al team di lavoro nuovi modelli organizzativi in ambito di process design che supportino lo sviluppo e la sostenibilità della trasformazione digitale.

Per concludere, la formazione correlata allo sviluppo del tessuto imprenditoriale – elemento centrale a cui il PNRR dedica delle specifiche risorse – assume quindi un’importanza sempre più rilevante ed è finanziabile attraverso il Credito di imposta Formazione 4.0 che supporta l’acquisizione e il consolidamento delle competenze in ambito tecnologico, previste dal Piano Transizione 4.0. Per questi motivi, ANW in collaborazione con agenzie formative partner, riconosciute a livello regionale, ha sviluppato una piattaforma, Edusphere 4.0, per la progettazione ed erogazione di formazione specialistica. Grazie ai “connettori” della piattaforma, le organizzazioni possono così integrare dei pacchetti formativi funzionali alla business strategy aziendale, con lo scopo precipuo di favorire la sperimentazione di soluzioni tecnologiche su piccola scala per individuare e testare le soluzioni più adeguate alle proprie esigenze e ai parametri di applicabilità e configurazione più corretti, prima di passare all’implementazione su larga scala con investimenti economici più cospicui.

Il progetto mira ad intercettare i fondi stanziati dal governo in merito ed includono almeno una delle seguenti tecnologie:

  • Internet of Things
  • Automazione avanzata
  • Analisi dati
  • Intelligenza artificiale
  • Machine vision
  • Manifattura additiva
  • Integrazione verticale e/o orizzonatale di sistemi di software e/o piattaforme digitali
  • Cybersecurity e business continuity
  • Building information modeling
  • Uso di piattaforme di integrazione

 A tale scopo, per le imprese che desiderano aderire all’iniziativa, verranno effettuati degli assessment specifici che origineranno dei report concernenti:

  • Rating di “innovazione e sostenibilità” conseguito
  • Determinazione della Vision e impatto sul modello di business
  • Gap analysis
  • To be
  • Action plan

Vuoi dare una svolta alla tua organizzazione? Contattaci, saremo lieti di affiancarti nel tuo processo di crescita e sviluppo e di condividere insieme il raggiungimento di nuovi traguardi e di nuove soddisfazioni economiche.

 

Alessandro Baccani | @aneway | #ChiefHappinessOfficer, #BusinessInnovationDesigner, #SystemsThinker